Stufe a pellet e produzione di energia elettrica

Premessa: cosa dicono gli utenti sulla composizione del pellet dai rifiuti

Inquinamento e stufe a pellet è da sempre un binomio forte e di cui abbiamo già discusso nell'articolo “pellet da rifiuti: faccaimo il punto della situazione” in quell’articolo intendevamo la produzione di pellet da rifiuti come pannolini sporchi e caffè. Questo argomento ha portato alcune community appassionate di biomasse ed energie rinnovabili a discutere animatamente dell’argomento pellet-recupero e sviluppo energetico.

Alessio Montanarini Fondatore e Presidente di AISVEC (Associazione Italiana per lo Sviluppo Economico), a proposito della sperimentazione del pellet da rifiuti dice per esempio che:

“Considerando la normativa italiana sui rifiuti lo reputo impossibile! All'estero purtroppo (per noi) sono molto più elastici e meno farraginosi sulla materia. Di contro vanno considerate le emissioni e ciò che poi si brucerebbe…”

La sfiducia sulla possibilità in Italia di portare avanti proposte di ricerca e sviluppo nel campo della composizione del pellet per colpa della burocrazia è molto diffusa.

Vi sono invece utenti come Sergio Balacco, Top Contributor su Pellet Italia, che ritengono sia “errato” proseguire sulla strada del pellet prodotto dalla spazzatura, specialmente per le stufe a pellet domestiche; questo perché il rischio di produrre pellet pieno di “schifezze” qualsiasi da bruciare è troppo alto:

“Perché sarebbe un rischio, ognuno infilerebbe qualsiasi prodotto, anche inquinante, nelle siffatte caldaie a pellet e molto altro. Lasciamo che si bruci il pellet di legno nelle caldaie domestiche, è già un ottimo risultato quello di poterci riscaldare senza inquinare, poi quando avremo tutti rimosso il petrolio e i suoi derivati, dalle nostre case allora potremo pensare a come utilizzare meglio la nostra caldaia a pellets, rigorosamente di prodotti legnosi. C'è già chi realizza caldaie a pellet e produce anche energia elettrica per lo scambio sul posto. Battiamoci per quello, non per bruciare schifezze e affini.”

Uno spunto interessante che ci fa riflettere è quello che ci permette di capire che molto probabilmente potrebbe essere più produttivo cercare di moltiplicare le potenzialità del pellet in legno, invece che cercare di produrre pellet senza legno?

Anche in questo caso, come quando abbiamo cercato di spiegare i termini più diffusi nel mondo delle stufe a pellet con il nostro piccolo glossario, è necessario capire bene di cosa si stia parlando

Cosa è lo scambio sul posto?

Lo scambio sul posto, come ci spiega molto bene questo articolo pubblicato su Qual Energia è la possibilità di ottenere un rimborso in bollette con la produzione di energia elettrica privata grazie ai pannelli fotovoltaici. Una forma indiretta di incentivo, quasi sempre cumulabile con gli altri incentivi presenti per le rinnovabili (come il Conto Termico). Oggi possiamo fare la stessa cosa riuscendo a recuperare fino al 110% del costo grazie al Decreto Rilancio 2020, è un’opportunità unica per l’efficientamento energetico dei nostri appartamenti e quindi poter installare una caldaia a pellet.

La domanda successiva è facile da intuire: allo stato attuale delle cose, sarebbe possibile produrre energia per scambio sul posto anche con le stufe a pellet?

 

Caldaie come generatori di corrente elettrica a pellet

La risposta a questo quesito interessante sulla combustione del pellet possiamo trovarla in un esperimento condotto dall’azienda Okofen e di cui si è avuto notizia circa un anno fa: la famiglia italiana residente in Val d’Aosta Clusaz ha installato, per la prima volta in assoluto nel territorio nazionale, una caldaia a pellet che produce energia elettrica. Stando a quanto si dice sul sito la caldaia a pellet produce:

“calore ed energia elettrica per una superficie abitativa di 270 m², usando come combustibile esclusivamente pellet locale e naturale. A questo ci pensa la Pellematic Smart_e che con 14 chilowatt di potenza termica genera 1 chilowatt di corrente elettrica. In un’ora di funzionamento la caldaia produce una quantità di energia necessaria per un lavaggio di lavatrice.”

A prescindere dai dubbi – La Regione Valle d'Aosta ha erogato un contributo sostanzioso alla famiglia Clusaz per il sostenimento dei costi dell'operazione, e come al solito ci può sembrare difficile che la cosa sia estendibile a tutto il territorio nazionale – sembra davvero che il futuro ci vedrà non solo consumatori, ma anche e soprattutto produttori di energia elettrica. Potremmo approdare a una sorta di autarchia energetica produrre energia pulita dal cippato autonomamente. 

Il motore stirling per produrre energia elettrica dal pellet

Del resto, in Germania è nato il motore Stirling, ovvero la Caldaia Stirling che permette di produrre energia elettrica dai pellet e addirittura dal sole, ottimizzando al massimo le emissioni delle stufe a pellet. Forse un futuro in cui le biomasse potranno davvero sostituire o integrare pienamente carbone e petrolio non è poi così lontano. 

Nell’attesa, meglio informarsi su un argomento molto discusso: “il pellet fa risparmiare? E se si, quanto?

Scritto da Gruppo San Marco

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1 Commenti

€/kWh el On 11.02.2016
Non ho trovato nessuna info sui costi complessivi del progetto: caldaia e accessori e installazione: insomma vorrei capire quanto costa il kWh elettrico prodotto al costo del pellet di 250 €/t per esempio e quindi quanto costa il kWh termico prodotto. Più tentativi (vedi KWB nel 2005) di applicare uno sterling ad una caldaia a biomassa legnosa sono stati fatti, ma non si sono mai diffusi. Vorrei capire quindi dove sta qui lo step innovativo rispetto al passato. Grazie. Rispondi a questo commento
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